Premio Internazionale Federico II De Arte Narrandi
12 ottobre 2014 – Palazzo De Mari, Acquaviva delle Fonti (BA)
30 luglio 2014, mercoledì. Ore 23:30. La luce soffusa del televisore rischiara con deboli lampi le nostre figure distese sul divano del salotto. Maurizio un po’ lavora al computer e un po’ distrattamente segue il film. La mia attenzione è tutta per la battaglia finale che il giovane capitano Kirk sta conducendo a bordo dell’Enterprise contro il nemico. Ma all’improvviso… arriva la pubblicità. Ne approfitto per prendere un bicchiere d’acqua e armeggio con il cellulare per aggiornarmi sulle ultime mail. Eccone una interessante: “Premio Internazionale Federico II e i Poeti tra le stelle”. Strano. Con la punta dell’indice sfioro la scritta e mi appare un Pregevole Dottoressa Ratti. Pregevole? Mai nessuno mi ha chiamata così. Proseguo troppo velocemente la lettura. Sento il mio cuore reagire come a uno shock. Vuoi vedere che… «Maurizio, prova a leggere tu… Ma è uno scherzo?» Con maggiore lucidità, mio marito mi legge l’intera mail e mi chiarisce l’esito: «Hai vinto il concorso con il tuo racconto!»
Come scivolano via bene le cose quando accade ciò che desideri. Allora è così che succede? Ti avvisano quando vinci! Oh, mio Dio… grazie! E chi ci pensa più alla battaglia del bel capitano Kirk… Conoscerò Tito Stagno e chissà chi altri ancora!
Sostenere una vittoria, se non sei abituato, è una fonte di stress non indifferente: la prima ora dopo l’annuncio ti preoccupi per il tuo cuore che non ne vuole sapere di calmarsi. Poi vai a letto e non riesci a dormire. Il giorno dopo devi sbandierare la notizia ai quattro venti e rispondere alle congratulazioni dei tuoi carinissimi fans su Facebook. Intanto devi preparare la valigia perché domenica mattina parti per una lunga vacanza in Islanda e ti mancano ancora un mucchio di cose da comprare, tra cui il sacco a pelo che ti tiene al caldo anche se fuori ci sono -25 °C! Quando poi ti svegli nel cuore della breve notte islandese, immersa nel tepore di questo avvolgente giaciglio, dolcemente il pensiero corre alla tua vittoria e in uno stato di grazia ripiombi beata nel sonno.
La domenica del 12 ottobre si avvicina. La cerimonia di premiazione è prevista per le 18:00 a Palazzo De Mari, ad Acquaviva delle Fonti, nell’entroterra barese.
Parto il sabato o la domenica? Ma come diavolo mi pettino? Ho assolutamente bisogno di una lacca per capelli e non posso portarla in aereo. Come faccio a comprarla se arrivo a Bari la domenica mattina? E il giorno dopo? Chissà che disastro di capelli avrò dopo averci dormito sopra! Devo assolutamente farmi una permanente! E il vestito? Sì, metto quello carino blu scuro che mi ha fatto la mamma, con quel nastro che passa dietro il collo e si incrocia sul decolleté con un bottone di strass… Si sciuperà in valigia? E poi devo leggere il mio racconto in pubblico. Quanta gente ci sarà? Oh, no: mi è venuto anche il raffreddore! Speriamo che mi passi. Mancano solo dieci giorni!
In sintesi: non è facile essere perfette per un’occasione importante e insolita.
Il volo parte in orario. All’aeroporto di Bari, io e Maurizio siamo accolti da due membri della SAP, la Società Astronomica Pugliese che ha organizzato il concorso. Quindi veniamo accompagnati in un albergo a cinque stelle con camera vista mare. Ci sentiamo dei signori! Gli ospiti d’onore sono già arrivati e li incontriamo nella hall dell’albergo. Siamo intimoriti davanti alla loro statura intellettuale e non osiamo presentarci, rimanendo imbarazzati e sorridenti a osservarli: il dottor Tito Stagno, la professoressa Patrizia Caraveo, direttore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano e il professore Massimo Della Valle, direttore dell’Osservatorio Astronomico INAF di Capodimonte. Ci sono anche altri esponenti di spicco, facenti parte della giuria che ha selezionato le poesie, i racconti, i dipinti e le fotografie: l’astrofisico Gianluca Masi e il giornalista scientifico Antonio Lo Campo. Come sono piccola! Ma per fortuna gli astrofili della SAP ci aiutano a rompere il ghiaccio. D’altronde, qui c’è un sole che spacca le pietre!
Pranziamo tutti insieme in un agriturismo a Cassano delle Murge, dove conosco il presidente della SAP, il dottor Paolo Minafra, colui che via mail mi ha annunciato la vittoria.
Il pomeriggio passa velocemente e arriva l’ora della cerimonia. Nello scenario suggestivo di Palazzo De Mari, la viva pietra calcarea crea un’atmosfera ammaliante che evoca tempi remoti: quelli di Federico II, al quale il Premio è ispirato. La sala è gremita di gente, riunita dall’amore per l’universo. Ho la pelle d’oca sulle braccia e le mani sudate. Sul palco salgono ospiti d’onore, membri della giuria, sindaci, assessori, organizzatori e, infine, i vincitori. Quando mancano solo due persone da premiare, la presentatrice, Maria Liuzzi, giornalista di Tele Norba, pronuncia il mio nome. Un po’ traballante sui tacchi a spillo delle mie scarpette da Cenerentola, mi dirigo verso il palco. Tito Stagno mi accoglie con un sorridente «Katia! Brava!» e mi pone tra le mani un rettangolo azzurro e trasparente come il cielo di Puglia di questa indimenticabile domenica, riportante una lastrina che riproduce la targa che il LEM dell’Apollo 11 portava su una delle sue “gambe” quando discese sulla superficie lunare:
“Here men from the planet Earth
first set foot upon the Moon
July 1969, A. D.
We came in peace for all mankind”
Maria Liuzzi mi chiede: «Perché Vita da star?»
«Perché nel mio racconto c’è una stella che parla in prima persona di se stessa, della sua vita, delle sue emozioni. Questa stella è il nostro Sole.»
C’è solo il tempo di leggere l’inizio del racconto. La paura mi abbandona. Prendo un bel respiro e cerco di interpretare al meglio la voce del Sole…
Mentre volo verso casa ripenso con nostalgia a tutta l’eccitazione legata a queste giornate: all’annuncio, all’attesa, all’impeccabile organizzazione e alla gentile ospitalità pugliese, alla vicinanza di tante persone interessantissime, alla ricchezza ricevuta da loro e mi rammento una frase del mio Sole: “A parte questo, la mia vita scorre abbastanza tranquilla”.